XIII Convegno annuale
Nel quarto centenario della morte di Alberico Gentili. La crisi del disarmo nel diritto internazionale 26-27 giugno 2008 – Roma
La Società Italiana di Diritto Internazionale (SIDI) in collaborazione con il dipartimento di Teoria dello Stato dell’Università Sapienza di Roma, e l’Istituto di Studi Giruidici Internazionali del Cnr, ha organizzato, in occasione del quarto centenario della morte di Alberico Gentili, il Convegno sul tema “La crisi del disarmo nel diritto internazionale”, che si è articolato nelle giornate del 26 e 27 giugno 2008.
La prima parte, denominata sessione inaugurale, ha inteso costituire, in forma di tavola rotonda, la Commemorazione di Alberico Gentili nel quarto Centenario della morte (1608-2008) con il titolo “L’attualità del pensiero di Alberico Gentili”. Essa si iscrive nel contesto delle manifestazioni per il 400 anniversario della morte di Alberico Gentili. Tale sessione ha inteso favorire lo scambio culturale e professionale degli intervenuti nonché contribuire al miglioramento della conoscenza della figura e del pensiero scientifico del giureconsulto, intellettuale umanista e padre fondatore del diritto internazionale moderno, Alberico Gentili.[read more=”Read More” less=”Read Less”]
L’incontro si è aperto con il saluto del Prof. Renato Guarini, Rettore dell’Università Sapienza di Roma, dell’Ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua, Presidente del Comitato Nazionale Alberico Gentili, del prof. Sergio Marchisio, Segretario generale della Società Italiana di Diritto Internazionale e della prof.ssa Maria Rita Saulle, Giudice Costituzionale, i quali si sono soffermati sull’importanza della figura e degli studi di Alberico Gentili per il diritto internazionale moderno. E’ proseguito con la sessione dedicata al pensiero di Alberico Gentili, in cui i relatori ospiti hanno presentato le tematiche oggetto dell’incontro: “Alberico Gentili e la tradizione internazionalistica pre-groziana”, “l’eredità di Alberico Gentili all’internazionalista del XXI secolo”, “Utilis defensio gentiliana e legittima difesa preventiva” e “Il concetto di jus gentium nel pensiero di Gentili”.
Le relazioni hanno messo in evidenza come il pensiero dell’illustre giurista, a quattrocento anni dalla morte, riveli ancora la sua attualità ai fini dell’indagine e della ricostruzione delle norme di diritto internazionale generale grazie al carattere realistico e all’ampiezza del sistema gentiliano. La questione della guerra preventiva e quella delle giuste cause di guerra fanno da base all’introduzione e analisi della figura della utilis defensio o difesa necessaria, utile o conveniente, che si sostanzia nella reazione diretta ad un attacco preventivo in presenza di una concreta e evidente minaccia e che trova larga applicazione nei moderni conflitti, molti dei quali appunto, basano la loro ragione sull’aspettativa o probabilità di subire in futuro comportamenti aggressivi.
In questa prospettiva appare più che giustificato il tema della seconda parte del XIII Convegno SIDI: il passaggio dalla guerra alla pace attraverso il disarmo alla luce del pensiero gentiliano. Ecco la vera questione sulla quale il Convegno ha invitato a riflettere: fu Gentili solo il giurista del diritto della guerra? O si può attribuire una qualche rilevanza, nell’ambito del significato ideologico del De iure belli, al concetto di pace? Se Gentili non era certamente un pacifista, tuttavia la pace non è assente tra i valori essenziali della visione gentiliana. La visione di Gentili è basata infatti sui valori essenziali della virtù civica e della libertà repubblicana, da un lato, e della pace e dell’unità dall’altra parte. Egli ritenne inoltre che la guerra internazionale era legittima anche per promuovere la libertà. La pace figura in Gentili non solo come limite della libertà, ma come valore fondamentale del sistema, insieme alla libertà. Ciò perché essa funziona come condizione fondamentale del buon ordine, interno ed internazionale. Gentili costruisce infatti l’intero sistema internazionale come avente quale primo e principale scopo quello di neutralizzare la violenza pubblica. Le caratteristiche ideali di tale sistema possono essere così riassunte: centralizzazione del potere nello Stato sovrano, unico legittimo titolare del diritto alla guerra; priorità alla sicurezza di ogni stato. La pace all’interno degli, e fra gli Stati è identificata come scopo da perseguire; una pace stabile per essere al tempo stesso giusta ; l’equilibrio dei poteri come salvaguardia di base della pace internazionale e della stabilità del sistema nel suo complesso.
Il ricordo dell’insigne giurista e del suo pensiero ci offrono dunque lo spunto per una riflessione sul passaggio dalla guerra alla pace attraverso il disarmo. Questo tema riguarda uno snodo fondamentale del diritto internazionale contemporaneo, in quanto mette direttamente in causa la capacità del sistema giuridico internazionale di governare rapporti essenziali per la vita della società internazionale e per la vita degli esseri umani sul pianeta.
Le tre sessioni del Convegno si sono concentrate sui vari aspetti del disarmo – chimico, batteriologico e nucleare – e sulla prevenzione dell’uso dello spazio a fini militari.
Un argomento di forte attualità testimoniato da alcuni segnali critici di tale situazione: importanti trattati in materia di armamenti strategici denunciati dalle grandi potenze; nuovi attori che possono utilizzare le armi di distruzione di massa; aumento degli Stati che perseguono programmi di armamento invocato come motivo per legittimare interventi militari. La disciplina del disarmo nel diritto internazionale attraversa quindi un momento di crisi e di evoluzione, per far fronte alle nuove esigenze imposte dal riemergere di fattori di rivalità tra gli Stati, dalle ambizioni atomiche di alcuni Stati, dalla difficoltà di rafforzare i trattati internazionali in materia.
La lotta contro la proliferazione delle armi nucleari, chimiche e biologiche (genericamente descritte come “armi di distruzione di massa”) o di loro vettori ha indotto gli Stati ad agire anche tramite nuove forme di cooperazione, come la Proliferation Security Initiative (PSI), posta in essere per contrastare il traffico delle armi di distruzione di massa in alto mare.
Inoltre, è largamente preferito un approccio comune per la regolamentazione delle varie categorie di armi (WMD), rispetto all’approccio settoriale che ha caratterizzato i periodi passati.
La proliferazione degli armamenti viene intesa come minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. In tale ottica, ha assunto un nuovo ruolo al riguardo anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Un’altra esigenza emergente è quella di contrastare la produzione, per prevenirne l’uso nei conflitti, di particolari categorie di armi, come, ad esempio, le munizioni a grappolo. A tale proposito non possiamo non citare la Conferenza di Dublino del 2008, nel cui ambito è stato negoziato un testo di Convenzione al riguardo.
Quanto alle armi nucleari, il TNP, accordo di riferimento per la regolamentazione della materia, ha subito una battuta d’arresto, com’è dimostrato dal fallimento della conferenza di riesame del 2005. Il TNP, inoltre, trova un limite nel fatto che alcuni Stati “nucleari” non vi partecipano, con il conseguente accresciuto ricorso anche a negoziati bilaterali per la regolamentazione del settore. I contributi al Convegno dei relatori stranieri hanno permesso di conoscere la posizione al riguardo di uno dei maggiori Paesi nucleari come la Russia, non solo ma hanno messo in luce le attività di questo Stato nell’ambito della c.d. questione nucleare.
Con la fine della “guerra fredda” il rischio di una catastrofe nucleare di proporzioni globali è nettamente diminuito, ma attualmente, proprio a causa dell’interesse di nuovi attori all’uso dell’energia nucleare (Medio Oriente, Estremo Oriente, Sud Est asiatico), si teme il rischio dell’utilizzo di armi nucleari a livello regionale. Constatate, poi, le interconnessioni globali esistenti tra tutti gli Stati del mondo, si può ben comprendere come anche un conflitto nucleare regionale possa diventare il primo passo verso una guerra nucleare di più vaste proporzioni con le conseguenze facilmente immaginabili.
Aspetti di criticità emergono anche in riferimento all’uso delle armi in ambiti particolari, come, ad esempio, lo spazio. Sono emersi, difatti, di recente, tentativi tendenti alla sua “militarizzazione”. Da qui l’esigenza di un rinnovato interesse per la portata dell’art. IV del Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 e sulle più recenti iniziative, come il progetto di Codice di condotta sulle attività spaziali dell’Unione europea. La regola secondo la quale lo spazio extra-atmosferico deve essere usato a fini esclusivamente pacifici è una delle prime ad essersi affermata nel diritto internazionale (Risoluzione 1148 del 14 dicembre 1957) ed ha subito negli anni successivi una evoluzione che ha portato alla codificazione delle regole internazionali applicabili allo spazio extra-atmosferico tra le quali quella che fa riferimento alla denuclearizzazione dello spazio esterno della luna e degli altri corpi celesti e quindi di un codice di condotta. L’emergere di nuove minacce ha condotto gli Stati a ricercare nuove soluzioni per integrare il quadro giuridico esistente. Le proposte in campo sono molteplici ma due le principali: da un lato vi sono Stati che propendono per la modifica dei trattati in vigore o la conclusione di un nuovo trattato internazionale; dall’altro quegli Stati che indicano come soluzione migliore, alle condizioni attuali,dell’adozione di un codice di condotta non vincolante.
Le tre sessioni della seconda parte del Convegno hanno approfondito i numerosi aspetti del diritto internazionale in questa materia, sgombrando il campo dal pregiudizio di quanti possono ritenere che si tratta di materia fondamentalmente politica e non giuridica.
La prima sessione è stata dedicata in generale alla crisi del disarmo nel diritto internazionale, la seconda alla non proliferazione delle armi nucleari, la terza alla prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio. A ciascuno di questi tre aspetti, ed alle relative tematiche, il Convegno ha inteso recare un contributo di approfondimento, sia con le relazioni, sia attraverso gli interventi programmati su punti specifici con l’intento di fornire qualche chiave di lettura di fenomeni che sono presenti nell’attualità quotidiana dei rapporti internazionali. In ogni sessioni si è registrata l’attenta e numerosa partecipazione di esperti del settore, di cultori delle materie e di giovani studenti universitari il cui interesse per l’argomento è sfociato in proficui dibattiti conclusivi permettendo un intenso scambio di idee ed opinioni sugli argomenti del disarmo. Il Convegno “La crisi del disarmo nel diritto internazionale” grazie anche alla eco sui media ha dato un decisivo contributo nella ricerca sulle questioni che interessano il disarmo favorendo la diffusione della conoscenza delle questioni giuridiche e di quelle politiche che interessano tale argomento.[/read]