Il riconoscimento delle due repubbliche “indipendenti” del Donbass, il sostegno concesso a tali enti dalla Repubblica russa, e l’intervento militare in Ucraina, hanno dato corpo, in poco più di tre giorni, alla violazione di principi fondamentali del diritto internazionale, quali la non ingerenza negli affari interni degli Stati, l’integrità e la sovranità territoriale, il divieto dell’uso della forza armata nelle relazioni internazionali.
Non è ancora possibile sapere con certezza se a questi gravi illeciti – per cui non esistono cause di giustificazione sul piano giuridico – si siano accompagnate, e si stiano accompagnando, violazioni dei diritti umani delle popolazioni civili interessate dal conflitto in atto, e delle regole del diritto umanitario ad esso applicabili.
Quel che è certo è che le operazioni in corso hanno già mietuto vittime, provocando enormi sofferenze a tutti i membri della composita società civile ucraina; e che, a distanza di poco meno di ottant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, lo spettro di un conflitto militare di ampia portata aleggia nuovamente sul Continente europeo.
In un quadro simile, l’immediata sospensione delle operazioni militari e la cessazione delle violazioni sinora consumatesi, costituiscono condizioni minime ed imprescindibili per il ripristino di una normale dialettica politica e diplomatica, volta a favorire soluzioni pacifiche del drammatico confronto in via di svolgimento.
Sugli sviluppi giuridici internazionali ed europei di detto confronto, il Presidente e il Consiglio direttivo tutto della Società italiana di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione europea, intendono tenere alta l’attenzione, utilizzando tutti i canali a loro disposizione, in stretta sinergia con la rete mondiale delle società scientifiche di Diritto internazionale, e coinvolgendo, se possibile, le comunità scientifiche degli internazionalisti ucraini e russi.